“Prima di servire agli altri una fetta della torta della vita, dobbiamo servircene noi un pezzo, e bello grande” (Marisa Navarro).
Voi siete d’accordo? Che ne pensate del “sano egoismo”?
Per retaggi culturali alcuni di noi si portano dietro fin da bambini l’idea che solo quando facciamo sacrifici diventiamo persone forti e meritevoli.
Che mettersi al primo posto è sinonimo di superficialità ed egoismo.
In realtà prima di potersi prendere cura di qualcun altro e dargli supporto è necessario prendersi cura di sé stessi.
Imparare la cura di sé è faticoso e implica una significativa dose di coraggio perché potrebbe capitare che alcune nostre scelte scontentino qualcuno o lo facciano allontanare da noi.
D’altra parte quando non rispettiamo le nostre necessità e i nostri sentimenti e iniziamo a curarci solo degli altri avvengono due cose negative:
- La prima è che iniziamo ad avere l’aspettativa che gli altri ci ricambino con tutte quelle attenzioni (che noi non siamo capaci di darci) e se ciò non avviene la frustrazione può essere molto alta.
- La seconda cosa che avviene è che gli altri diventano la nostra fonte primaria di approvazione e noi iniziamo a misurare la nostra efficacia in base alle reazioni che riceviamo dagli altri.
Di conseguenza perdiamo completamente di vista noi stessi e ciò che realmente ci motiva e che accresce la nostra autostima.
Praticare un sano egoismo ci permette di conoscere intimamente le nostre priorità, avere rispetto per noi stessi ma soprattutto per gli altri. Perché diamo la possibilità all’altro/a di conoscerci per come realmente siamo e non con il fine di piacere a tutti i costi e di conseguenza avremo intorno persone che realmente ci apprezzano per la nostra natura.
Scritta da Silvia Piombin
