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Accettazione di sé

02/10/2023

L’accettazione è come il terreno fertile che permette a un seme minuscolo di trasformarsi nel bel fiore che può diventare”

-T. Gordon, Psicologo-

Lo sapevi?
La tendenza a trattenere, evitare e/o non lasciar fluire le emozioni e vissuti interni, al contrario repressi, non espressi e/o addirittura “negati” può rappresentare la base di vari disturbi psicologici tra cui:

  • ansia
  • attacchi di panico
  • condotta ossessivo-compulsiva
  • dipendenze 

Perché questo? Da diversi studi (vedi riferimenti bibliografici) queste tendenze conducono spesso alla messa in atto di condotte e di strategie disadattive di fronteggiamento delle difficoltà, che tendono a favorire la ruminazione e a inibire  comportamenti maggiormente funzionali. Proprio per questo motivo, da un punto di vista prettamente terapeutico si ritiene che sia particolarmente utile la possibilità di sviluppare un mind-set (stato mentale) caratterizzato da:

  • elevata capacità di autoregolazione,
  • attenzione e vigilanza conscia sulle proprie esperienze,
  • l’adozione di un atteggiamento non giudicante di curiosità, apertura e soprattutto di accettazione verso i propri vissuti.

Il “cuore” della prospettiva 

Questa prospettiva può rivelarsi particolarmente funzionale dal momento che anche qualora dovessero verificarsi esperienze negative (o dolorose), una volta che l’individuo abbia sviluppato l’abilità di entrare in contatto e quindi acquisito consapevolezza di volta in volta delle proprie emozioni e sentimenti (di rabbia, di ostilità, di paura, di angoscia, ecc.) sarà maggiormente in grado di attivare comportamenti non soltanto coerenti al proprio vissuto interiore, ma anche in grado di promuovere cambiamenti positivi nell’ambiente circostante.

Accettare sé stessi e le proprie emozioni costituisce quindi uno step significativo per la crescita personale e per “aprire le porte” alla possibilità di identificare, riconoscere e utilizzare nuove risorse  da integrare al proprio “bagaglio” di caratteristiche e capacità.

L’accettazione del sintomo

Accettare sé stessi e i propri vissuti interni può contemplare anche il rapporto tra l’individuo  e i suoi sintomi. Nel concreto, ciò significa sostenere e promuovere la loro accettazione: e di fatto, l’accettazione (anche del sintomo) rappresenta uno dei primi  passi al fine di avviare un cambiamento profondo e significativo. Se ognuno di noi iniziasse a “osservare” le proprie esperienze e il proprio mondo interno in modo non giudicante e con un atteggiamento di curiosità e di accettazione diverrebbe maggiormente attivo nel processo di cambiamento, perché in grado di conoscere sé stesso. L’accettazione circa la possibilità di “convivere” con i propri vissuti, tollerandoli e imparando ad accettarli costituisce perciò un fattore terapeutico significativo.

Per approfondire

L’Acceptance and Commitment Therapy (ACT) si propone come una terapia comportamentale basata sulla mindfulness la quale si avvale di un mix di:

  • metafore
  • paradossi
  • esercizi di mindfulness
  • interventi comportamentali

mirati a promuovere l’accettazione. Tale terapia si è mostrata efficace sia nel breve termine sia nel lungo termine e può essere applicata sia ai singoli individui sia su gruppi terapeutici. Ad oggi, essa è considerata efficace per il trattamento di differenti disturbi come depressione, ansia, sintomi ossessivi-compulsivi, disturbi del comportamento alimentare, dipendenza da sostanze e disturbi psicotici (come ad esempio la schizofrenia).

Nello specifico tra gli obiettivi dell’ACT, quello di essere di ausilio nel creare una vita ricca e densa di significato accettando l’inevitabile dolore che si lega a specifiche esperienze di vita (come la rottura di una relazione, un lutto, una delusione lavorativa, una diagnosi infausta, ecc.). La terapia prevede la messa in atto di azioni in linea con i valori dell’individuo al fine di produrre esiti positivi sul suo ambiente di vita. Per mezzo dell’ACT diviene possibile gestire esperienze dolorose e spiacevoli mediante tecniche di mindfulness tra cui:

    • vivere il momento presente,
    • evitare di disperdere energie mentali con pensieri negativi o con ragionamenti che non modificano lo stato delle cose,
    • riconoscere i propri sentimenti e le proprie emozioni lasciandole fluire senza cercare di trattenerle o di controllarle, lasciando loro il proprio spazio, lasciando loro modo di esistere, prendendoci noi stessi cura di loro accettandole,
    • mostrarsi recettivi e aperti alle esperienze individuali che si presentano durante la quotidianità .

 

Riferimenti Bibliografici

Bai, Z., Luo, S., Zhang, L., Wu, S., & Chi, I. (2020). Acceptance and commitment therapy (ACT) to reduce depression: A systematic review and meta-analysis. Journal of affective disorders, 260, 728-737.

Gloster, A. T., Walder, N., Levin, M. E., Twohig, M. P., & Karekla, M. (2020). The empirical status of acceptance and commitment therapy: A review of meta-analyses. Journal of Contextual Behavioral Science, 18, 181-192.

Harris, R. (2019). ACT made simple: An easy-to-read primer on acceptance and commitment therapy. Oakland: New Harbinger Publications.

Harris, R. (2022). The happiness trap: How to stop struggling and start living. Boulder: Shambhala Publications.

Stockton, D., Kellett, S., Berrios, R., Sirois, F., Wilkinson, N., & Miles, G. (2019). Identifying the underlying mechanisms of change during acceptance and commitment therapy (ACT): A systematic review of contemporary mediation studies. Behavioural and cognitive psychotherapy, 47(3), 332-362.

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