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La sindrome dell’impostore

26/03/2024

“E’ stata tutta una questione di fortuna”

La sindrome dell’impostore è una condizione che spesso interessa lavoratori di successo che tendono però ad attribuire i propri traguardi professionali (nei termini di raggiungimento degli obiettivi prefissati e di un efficace svolgimento delle mansioni e compiti specifici) a fattori esterni, quindi alla fortuna/caso o all’aiuto ricevuto da parte degli altri non riuscendo così a valorizzare i risultati ottenuti attribuendoli invece alle proprie risorse e capacità.

La questione sulla quale già negli ’90 del secolo scorso si concentrò il teorico socio-cognitivo Julian Rotter è il concetto del locus of control, ossia fino a che punto le persone percepiscono di avere sotto il proprio controllo le conseguenze del loro modo di comportarsi. 

Di fatto, le teorie del locus of control riguardano la convinzione secondo cui le conseguenze delle azioni siano controllate da variabili personali interne o da variabili ambientali esterne.

In tal senso, in presenza della sindrome dell’impostore tale convinzione sembrerebbe essere ascrivibile alla tendenza verso un locus of control prevalentemente esterno.

Dietro una fragile autostima

Sulla falsa riga di un basso livello di autostima, la sindrome dell’impostore porta l’individuo a nutrire dubbi persistenti sulla propria persona e a sperimentare il timore di essere “smascherato” dagli altri come impostore o truffatore.

Inoltre mentre i successi lavorativi ottenuti tendono a essere svalutati e attribuiti quasi esclusivamente al merito dell’ambiente circostante, eventuali battute d’arresto piuttosto che errori commessi in merito all’attività lavorativa svolta vengono immediatamente attribuiti alla propria incapacità e inadeguatezza professionale.

Cosa ci dice la letteratura

In letteratura, nell’ambito della prima revisione sistematica sulla tematica pubblicata nel 2020 sul Journal of Mental Health and Clinical psychology, Bravata e Colleghi riportano come la prevalenza di questa condizione vari in modo significativo oscillando tra il 9% l’82% dei casi (variazione in parte attribuibile alla tendenza delle persone a sottostimare e  a non dichiarare i vissuti tipici di questa condizione). In ogni caso, la sindrome dell’impostore può manifestarsi sia negli uomini sia nelle donne e con riferimento all’intera fascia di età lavorativa.

Inoltre, in una ulteriore rassegna della letteratura (Bravata, Watts, Keefer e Colleghi, 2020) emerge come gli individui che hanno sviluppato la sindrome dell’impostore nonostante tendano a perseguire il successo con determinazione, non siano poi in grado di prenderne atto e di valorizzarlo nel momento in cui il traguardo prefissato venga effettivamente raggiunto.  Ancora, in un ulteriore studio (Gottlieb e Colleghi, 2020) si evince come ad esempio tra gli studenti di medicina, medici e medici in formazione l’incidenza della sindrome dell’impostore si collochi tra il 22 e il 60%.

Tra i fattori di rischio contribuenti rientrerebbero il genere femminile, la messa in atto di bias cognitivi (errori di valutazione cognitiva), bassi livelli di autostima e la tendenza al perfezionismo. Diversamente, tra i fattori di protezione vengono citati la presenza di supporto sociale e il riconoscimento dei successi ottenuti sia individualmente sia da parte dei colleghi.

Le conseguenze 

La sindrome dell’impostore può attivare una serie di ripercussioni sulla qualità del benessere individuale portando a un incremento dei livelli di stress percepiti, stato di esaurimento psico-fisico e a un decremento del rendimento professionale

L’insieme di queste implicazioni potrebbe esporre l’individuo a un maggiore rischio di sperimentare un ampio spettro sintomatologico tra cui la comparsa di:

  • sintomatologia ansiosa, depressiva e somatica;
  • compromissione dei livelli di autostima e della qualità del funzionamento sociale;
  • eventuali impedimenti nel mantenimento e/o avanzamento della propria carriera. 

Verso un inquadramento nosografico?

Allo stato attuale, la sindrome dell’impostore non costituisce un disturbo psichiatrico riconosciuto (non essendo infatti presente nella quinta edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, DSM-5, né essendo elencata come possibile diagnosi nella decima revisione della classificazione internazionale delle malattie, ICD-10), pertanto al momento non sussistono raccomandazioni terapeutiche specifiche per questa condizione.

Qualche utile indicazione

Nonostante l’assenza allo stato attuale di specifiche indicazioni di trattamento volte alla risoluzione della sindrome dell’impostore, alcune indicazioni possono essere utili nella gestione delle manifestazioni ad essa associate tra cui:

  • celebrare i traguardi raggiunti;
  • attivare workshop psico-educativi in ambito lavorativo sulla tematica della sindrome dell’impostore;
  • attivare programmi di supporto e promuovere una cultura lavorativa maggiormente flessibile che sappia valorizzare i successi professionali ottenuti dai propri dipendenti;
  • dato che spesso chi sperimenta i vissuti tipici della sindrome tende a percepirsi come “l’unico” a manifestarli (accrescendo così il rischio della tendenza all’isolamento), viene ritenuta terapeutica anche la partecipazione a incontri di gruppo in cui poter usufruire di spazi di condivisione e di confronto circa la propria esperienza nell’ottica della sua attiva accettazione e normalizzazione.

BIBLIOGRAFIA 

  • Bravata, D. M., Watts S. A., Keefer A. L., et al. (2020). Prevalence, Predictors, and Treatment of Impostor Syndrome: a Systematic Review. Journal of Mental Health and Clinical psychology, 35 (4), 1252-1275.

  • Gottlieb, M., Chung, A., Battaglioli, N., Sebok-Syer, S. S., Kalantari, A. (2020). Impostor Syndrome among physicians in training: A scoping review. Med Educ., 54 (2), 116-124.

  • Cohen, E. D., McConnel, W. R. (2019). Fear of fraudulence: graduate school program environmemts and the impostor phenomenon. Sociol. Q., 60, 457-478.

  • Kastelic, J., Ogilvie, T. (2022). Is the “impostore syndrome” affecting you and limiting your achievements?. Can Vet J, 63 (4), 347-348.

  • Arleo, E. K., et al. Tackilng impostore syndrome: A multidisciplinary approach. (2021). Clinicak Imaging, 74, 170-172.


Articolo scritto da:

Francesca Paola Di Chio