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Le sei dimensioni del benessere mentale

14/07/2023

Il benessere rappresenta un concetto centrale all’interno del filone di studi della psicologia positiva. Diversi autori hanno tentato di utilizzare le teorie prodotte nel campo del benessere con l’obiettivo di avviare indicare possibilità di intervento che consentissero alle persone di raggiungere questa auspicabile condizione.

I concetti del benessere

Il concetto di benessere è stato operazionalizzato (ossia concettualizzato) in una doppia accezione (Chandler, Robinson, 2014):

  • il benessere edonico, per cui il benessere è concepito come uno stato soggettivo
  • il benessere eudamonico per cui si intende la capacità soggettiva di vivere esperienze positive in grado non soltanto di arricchire il proprio valore ma anche di perseguire uno scopo nella vita.

 

Le sei dimensioni del benessere

L’approccio eudamonico è stato teorizzato da Carol Ryff e Burton Singer alla fine degli anni ‘90 al fine di consentire alle persone di riuscire a sviluppare le proprie abilità personali, di agire coerentemente ai propri valori e di ricercare uno scopo nella vita. Gli autori hanno identificato 6 dimensioni del benessere:

  • significato della vita;
  • crescita personale;
  • auto-accettazione;
  • capacità di agire con maestria nell’ambiente;
  • autonomia;
  • relazioni positive.

Ecco delineate in tabella le principali caratteristiche di ciascuna dimensione del benessere.

 

Dimensione

Significato

Significato della vita

Si riferisce alla possibilità di perseguire uno scopo nella vita, di seguire una “vocazione” e di agire in modo tale da raggiungere il proprio obiettivo.

Crescita personale

Concerne il bisogno di sviluppare le proprie abilità e potenzialità, di superare i propri limiti e di raggiungere la versione migliore di sé.

Auto-accettazione

Si riferisce allo sviluppo di un atteggiamento positivo verso sé stessi, essendo consapevoli e riuscendo ad accettare l’insieme delle proprie caratteristiche (sia positive sia gli aspetti di eventuale “fragilità”).

Agire con maestria nell’ambiente

Si riferisce alla percezione di essere competenti nello svolgimento dei compiti e delle attività quotidiane, nonché alla percezione di abilità nella scelta degli ambienti più appropriati per esprimere al meglio sé stessi e le proprie potenzialità.

Autonomia

Si riferisce alla capacità di autodeterminarsi, di mostrarsi indipendenti, di e di prendere decisioni.

Relazioni positive

Riguarda la capacità di sviluppare e di mantenere nel tempo relazioni stabili e soddisfacenti e di mostrare empatia nei confronti degli altri


Per approfondire

Per misurare tali dimensioni del benessere, lo stesso Ryff ha sviluppato la Ryff Scale of Psychological Wellbeing (Ryff, 1989), uno strumento self-report con ottime proprietà psicometriche in termini di attendibilità e validità. Inoltre, nel corso degli anni sono state sviluppate differenti sue versioni, composte da un numero variabile di item (domande), ma che consentono di valutare sempre le sei dimensioni del benessere. Tra l’altro, la scala può essere utilizzata anche al fine di valutare se la percezione del benessere personale abbia o meno ottenuto un incrementato del punteggio sulle specifiche dimensioni a seguito di specifici interventi. 

 

Interrogarsi sul proprio benessere

La possibilità di riflettere e interrogarsi sul proprio benessere facendo riferimento a ciascuna delle sei dimensioni identificate da Ryff può essere di aiuto alla persona al fine di:

  • comprendere più a fondo sé stessa;
  • riflettere su aspetti salienti della propria vita;
  • assumere una prospettiva non soltanto più positiva ma anche maggiormente attiva a favore della possibilità di intraprendere percorsi di crescita e di miglioramento personale.

Da questo punto di vista acquisire una maggiore consapevolezza sul proprio stato di benessere attuale può essere di ausilio anche per cogliere la presenza di eventuali percezioni di disagio, che una volta riconosciute posso essere “sfruttate” come forza motrice da cui partire per promuovere un cambiamento positivo nella qualità di vita. Oltretutto, l’autovalutazione ci consentirebbe di cogliere  i nostri bisogni e se intrapreso un percorso di crescita personale, essa potrebbe divenire un utile strumento per auto monitorare il proprio processo di cambiamento, mantenendo così un contatto profondo con sé stessi e con le proprie necessità, all’insegna dell’autoriflessione e della cura di sé

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