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Intelligenza emotiva; una preziosa alleata

28/03/2023

Per intelligenza emotiva si intende una forma di intelligenza che comprende diverse capacità come quella di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie emozioni. 

Nell’ambito dell’intelligenza emotiva Salovey e Mayer hanno proposto un modello (attualmente il più accreditato, soprattutto in ambito applicativo) che la definisce in termini cognitivi ed emozionali.

Cosa significa questo?

In tale modello, ossia il modello delle abilità, gli autori considerano l’intelligenza emotiva nel vero senso del termine ossia come:

  • un’abilità cognitiva che ci consente di elaborare informazioni di tipo emotivo.

In altri termini, l’intelligenza emotiva rappresenterebbe un’abilità dell’individuo di processare (ossia di elaborare) le informazioni di natura emotiva

Inoltre proseguendo in questa direzione, l’intelligenza emotiva si articolerebbe in diverse abilità le quali rientrano in specifiche aree o cosiddetti “rami di competenza”.

Vediamoli insieme:

  • identificazione;
  • valutazione;
  • espressione;
  • regolazione delle emozioni.

“I rami di competenza” dell’intelligenza emotiva

Secondo quanto detto, diverse sono le abilità (o “rami” di competenza) in cui l’intelligenza emotiva si articola. Nello specifico:

  1. il primo ramo si riferisce alla capacità di identificare le emozioni e il loro contenuto emozionale, capacità che verrebbe acquisita dall’individuo molto precocemente (pensiamo ai bambini che imparano presto a riconoscere le espressioni facciali che riguardano le emozioni e a rispondere a quelle dei propri genitori e che con l’avanzare della crescita divengono sempre più abili nell’identificarle in modo sempre più accurato);
  2. il secondo ramo si riferisce alla funzione di facilitazione delle emozioni sulle nostre attività cognitive. Questo significa che le emozioni (nostre e altrui) possono influenzare le attività cognitive e questo loro effetto può di fatto essere “sfruttato” dall’individuo al fine di risolvere problemi in modo più efficace. Per esempio nel ragionamento, nella presa di decisione e negli sforzi creativi, le emozioni possono senza dubbio incidere significativamente: il pensiero può essere disgregato/compromesso dalle emozioni negative (come ansia e paura), ma allo stesso modo le emozioni possono anche rendere il pensiero più positivo e così facendo orientare la nostra attenzione verso elementi in grado di migliorare l’umore e il senso di benessere;
  3. il terzo ramo si riferisce alla capacità dell’individuo di esprimere le emozioni attraverso l’uso delle parole e al tempo stesso la capacità di riconoscere il lessico affettivo.

In altri termini, chi è dotato di intelligenza emotiva sarà in grado non solo di descrivere le proprie emozioni ma anche di riconoscere e di comprendere i termini utilizzati dagli altri in riferimento ai propri vissuti emotivi;

  1. infine, il quarto ramo si riferisce alla capacità di gestire e di regolare le proprie emozioni.

Si tratta di un’abilità molto importante poiché in grado di influenzare significativamente il benessere dell’individuo e la sua capacità di comportarsi efficacemente anche nelle situazioni stressanti, riuscendo a moderare le emozioni negative e a valorizzare quelle positive, anche al fine di un migliore adattamento. Infatti, a quest’ultimo livello corrisponde la capacità di accogliere e di tollerare le emozioni quando vengono sperimentate e indipendentemente dalla loro natura piacevole o spiacevole (ricordiamo che nel momento in cui una persona è aperta ai sentimenti può imparare a gestirli in maniera efficace).

Intelligenza emotiva e benefici sul lavoro

Come ogni forma di intelligenza, quella emotiva non soltanto favorisce l’adattamento dell’individuo nel suo ambiente di vita ma il suo possesso può divenire un possibile predittore del successo lavorativo. Infatti, se è vero che tramite l’intelligenza emotiva è possibile essere consapevoli delle emozioni e del loro contenuto emozionale, “sfruttarle” a nostro vantaggio per facilitare i processi cognitivi (come il pensiero, il ragionamento e la presa di decisioni), descriverle e riconoscerle attraverso l’uso delle parole e dell’interazione, gestirle riuscendo a modulare quelle negative e a valorizzare quelle positive, ne consegue che essa costituisce un’importante caratteristica che ci consente di instaurare migliori interazioni e collaborazioni tra colleghi, di contribuire alla costruzione di un clima organizzativo più sano, di gestire eventuali situazioni di conflitto e/o di tensione sia personale sia a livello di interazione con il gruppo di lavoro.

Allenare l’intelligenza emotiva

Sebbene nel corso della crescita i bambini acquisiscano le regole di base dell’espressione sociale delle emozioni attraverso l’interazione con i genitori, le competenze emotive possono essere potenziate a prescindere dalla nostra età

In altre parole, è sempre possibile per un individuo potenziare la propria intelligenza emotiva.

Norman Rosenthal, psichiatra e autore del testo intitolato “The Emotional Revolution” (2002) suggerisce diversi modi tramite cui poter allenare la propria intelligenza emotiva.

 Eccone alcuni:

  • prendere atto delle proprie emozioni ogniqualvolta vengono sperimentate, a prescindere dalla loro colorazione positiva e/o negativa risulta importante il praticare autoconsapevolezza, porvi attenzione, evitando di prendere distanza dalle emozioni, ignorandole;
  • astenersi dal giudicare le nostre emozioni, ma dopo averle accolte sarebbe importante coglierne il senso, il perché della loro origine provando a comprendere se l’emozione sperimentata in quel dato momento sia per noi “nuova”, oppure simile a quelle provate in circostanze passate, riuscendo così a comprendere meglio sia il nostro vissuto emotivo sia la situazione che lo ha originato;
  • le emozioni si riflettono sul nostro corpo e sui nostri pensieri, pertanto risulta importante prestare attenzione ed esercitare la nostra consapevolezza sull’effetto che esse producono da un punto di vista corporeo (stanchezza, nodo alla gola, senso di peso allo stomaco) e del flusso di pensiero;
  • il confronto con gli altri e la creazione di uno spazio di condivisione può esserci utile per allenare la nostra intelligenza emotiva, provando a descrivere a persone di nostra fiducia il personale vissuto emotivo;
  • infine prendere nota delle nostre emozioni, sentimenti e pensieri può essere un utile esercizio nell’ottica dell’autoconsapevolezza, quindi della nostra presa di coscienza emotiva e del miglioramento del nostro stato di benessere.

Le persone competenti sul piano emozionale si trovano avvantaggiate in tutti i campi della vita”

(Daniel Goleman)

di Francesca Paola Di Chio

Spunti bibliografici

  • Mayer, J. D. (2014). Personal intelligence: The power of personality and how it shapes our lives. New York, NY: Scientific American/Farrar Strauss & Giroux.
  • Mayer, J. D., Roberts, R. D., Barsade, S. G. (2008). Human abilities: Emotional intelligence. Annual Review of Psychology, 59, 507–536. 
  • Mayer, J. D., Salovey, P. (1993). The intelligence of emotional intelligence. Intelligence, 17(4), 433–442.
  • Mayer, J. D., Salovey, P. (1997). What is emotional intelligence? In Sluyter, D. J. (Ed.), Emotional development and emotional intelligence: Educational implications (pp. 3–34). New York, NY: Basic Books.
  • https://ajp.psychiatryonline.org/doi/full/10.1176/appi.ajp.160.9.1710

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